La rapida crescita della scienza genetica consente alle coppie,
Grazie alla diagnosi genetica preimpianto, questi ovociti fecondati che presentano aberrazioni cromosomiche e le malattie genetiche possono essere individuati ed esclusi, in modo che solo quelli sani vengano trasferite nell’utero della donna.
La procedura non è molto diversa da quella di un ciclo di fecondazione in vitro, tranne per il fatto che essa comprende la biopsia degli embrioni nel laboratorio di embriologia. Con il processo della biopsia, vengono isolati e analizzati alcuni blastomeri (cellule) degli embrioni in crescita, in un laboratorio di genetica adeguatamente specializzato.
La biopsia degli embrioni viene eseguita in diverse fasi
- Il 3° giorno dopo il prelievo degli ovociti, su quegli embrioni che si trovavano a circa 8 cellule ed è stato il primo metodo a essere utilizzato
- Il 5° giorno dopo il prelievo degli ovociti, sugli embrioni allo stadio di blastocisti. La biopsia della blastocisti sta riscuotendo un interesse sempre maggiore e tende a sostituire la biopsia del 3° giorno, in quanto presenta molti vantaggi.
- In alternativa, per verificare la qualità del materiale genetico materno senza intervenire sull’embrione è stata suggerita la biopsia del globulo polare, ma a causa dei limiti del metodo non viene utilizzato di routine.
La procedura più comune dopo la tecnica bioptica consiste nel congelare le blastocisti che sono state sottoposte a biopsia per un breve periodo di tempo, fino a ricevere i risultati del laboratorio di genetica. Il trasferimento dell’embrione viene effettuato in un ciclo successivo, quando la donna ha una preparazione endometriale ottimale, solo con gli embrioni suggeriti, in modo da ottenere una gravidanza sana.
La formazione dei nostri embriologi riguardo questa tecnica è iniziata già dal 2000 e continua fino ad oggi con i più sofisticati protocolli formativi.